Varese, volontari per il Fai
La missione del FAI – Fondo Ambiente Italiano è promuovere una cultura di rispetto della natura, dell’arte, della storia e delle tradizioni d’Italia e tutelare un patrimonio che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità. Il FAI è una Fondazione senza scopo di lucro che dal 1975 ha salvato, restaurato e aperto al pubblico importanti testimonianze del patrimonio artistico e naturalistico italiano.
Cosa potrai fare come volontario da noi
Cerchiamo volontari per le seguenti attività:
1) guida operativa: ruolo legato all’accoglienza dei visitatori, alla guardiania della collezione e delle mostre temporanee dando indicazioni pratiche e dopo opportuna preparazione indicazioni di base sulla collezione;
2) aiuto giardino: in collaborazione con i nostri giardinieri semplici attività di giardinaggio per le quali è necessario la consegna della certificazione dell’antitetanica
3) aiuto nella preparazione di eventi: eventi programmati che coinvolgono l’intero bene per i quali sono necessarie le più svariate attività da quelle di semplice facchinaggio all’allestimento di alcuni ambienti
4) aiuto in mansioni d’ufficio: da semplici mansioni legate alla gestione dei volontari a mansioni compilative o solo se in possesso di opportuna formazione funzioni base di ragioneria.
VILLA PANZA a Varese
Villa Menafoglio Litta Panza si affaccia sulla città di Varese dal colle di Biumo Superiore, è immersa in uno splendido parco di 33,000 metri quadrati. La dimora venne edificata intorno alla metà del XVIII secolo per volere del marchese Paolo Antonio Menafoglio. Nel 1823 la Villa venne acquistata dal duca Pompeo Litta Visconti Arese, discendente di uno dei più facoltosi e illustri casati milanesi e committente dei nuovi lavori affidati a Luigi Canonica. Il parco venne ridisegnato “all’inglese” con vaste zone verdi e luoghi romantici come il laghetto e la collina con la grotta per la ghiacciaia, dominata dal tempietto classicheggiante. Nel 1935, il complesso fu acquistato dalla famiglia Panza. Giuseppe Panza la legò poi alla propria collezione di arte contemporanea, oggi parzialmente distribuita tra i maggiori musei internazionali. Nel 1996 Giuseppe Panza decise di donare al FAI l’intera proprietà con l’intento di consegnarla intatta ai posteri.
VILLA BOZZOLO a Casalzuigno
L’attuale struttura della Villa, basata sul tipico impianto a “U” intorno a una corte d’onore, è articolata su due piani e risale ai primi anni del Settecento. Gli interni furono ideati da Antonio Maria Porani insieme al committente Giovan Angelo III e vi lavorarono i pittori milanesi Salvione e Bosso realizzando uno dei cicli decorativi più sofisticati e unitari del Settecento Lombardo. Negli affreschi si alternano temi di natura religiosa e scene profane classiche. Le raffinate decorazioni, ad affresco e a tempera, sono per lo più ispirate a soggetti floreali.
CASA MACCHI a Morazzone
Un grazioso palazzetto di provincia che sorge all’ombra del campanile della chiesa di un tranquillo paesino a pochi chilometri da Varese, lasciata in eredità al FAI da Maria Luisa Macchi, nel 2015. Stupisce il fascino di penetrare in un mondo che è stato conservato fin nei suoi minimi dettagli e congelato nel momento dell’abbandono – quasi furtivo, repentino e inevitabile. Un mondo che ancora odora di vita quotidiana, della caffettiera rimasta sulla stufa o della pipa lasciata sul tavolino tra le poltrone del salotto.
L’edificio, con torretta e due piani, è un tipico esempio di architettura lombarda ottocentesca. Maria Luisa ha conservato il fascino della casa, abitandola con la famiglia per gran parte del Novecento. Le stanze, arredate con i mobili originali, custodiscono un prezioso archivio di famiglia fatto di lettere, fotografie, diari e cartoline che raccontano la storia dei Bottelli-Macchi sullo sfondo delle vicende italiane dal Risorgimento alla Seconda Guerra Mondiale.
Al di là di ragnatele fittissime e polvere di tarli, quel che colpisce a Casa Macchi è la possibilità di cogliere la vita autentica di una dimora che non fu né cascina né palazzo, né ordinaria né straordinaria, ma tipica, tradizionale, semplice, vicina nelle forme e nel tempo, tanto da generare curiosità ed empatia nel visitatore, che qui riconoscerà oggetti e consuetudini in un paesaggio domestico che appartiene alla sua stessa tradizione (soprattutto se lombardo). Una visita che solletica la memoria e accende un qualche interesse antiquario.
MONASTERO DI TORBA a Gornate Olona
Complesso di origini romane strettamente legato al Parco Archeologico di Castelseprio, importante sito romano entrato a far parte dei patrimoni dell’umanità UNESCO. Il complesso monastico sorse nel tardo Impero Romano con funzione difensiva e fu in seguito utilizzato da Goti, Bizantini e Longobardi. Proprio sotto il regno longobardo venne ad assumere la funzione civile e, in seguito, religiosa che mantenne fino all’epoca napoleonica. La vicina Chiesa venne edificata in fasi successive a partire dal VII/VIII secolo. La costruzione corrispondente all’ambiente attuale venne eretta nel XI secolo recuperando, in parte, le porzioni murarie originarie.
Referente:
Giovanni Giorgetti
g.giorgetti@fondoambiente.it
03321821610
Reperibilità referente
MERCOLEDI’ – DOMENICA : 10.00 – 18.00