Quanto conta il linguaggio nel parlare di sessualità
La redazione di Diffusamente giovani nell’ambito del ciclo di appuntamenti Leggermente comunicativi, presenta l’incontro “Quanto conta il linguaggio nel parlare di sessualità” con la partecipazione della Dott.ssa Marina Cortese.
Incontro lunedì 5 maggio alle 18:30 presso la Biblioteca Mirabello Scala in piazzale Salvo d’Acquisto a Pavia.
Nell’ambito del progetto Diffusamente Giovani, finanziato da Regione Lombardia con capofila il Comune di Pavia, è nata, sotto la guida di Calypso aps, una piccola redazione culturale formata da giovani tra i 17 e i 35 anni.
Facciamo Notizia, il nome del gruppo che si riunisce al quartiere Scala di Pavia e ha come obiettivi dare visibilità alle azioni di progetto e, soprattutto, individuare gli eventi cittadini e i temi di attualità interessanti per un pubblico di giovani, con la scrittura di post e articoli.
La redazione ha dato vita anche a un ciclo di appuntamenti sui temi della comunicazione – Leggermente Comunicativi – ospitati presso la biblioteca Mirabello Scala.
Dopo un primo incontro con gli esperti della pavese radio UAU, in cui è stato sviscerato il tema del linguaggio radiofonico oggi, i giovani di Facciamo Notizia giungono alla loro seconda esperienza nell’organizzazione di un incontro pubblico di divulgazione.
“Quanto conta il linguaggio nel parlare di sessualità?”, con la partecipazione della ginecologa e sessuologa dottoressa Marina Cortese.
Parlare di sessualità oggi significa affrontare un tema ampio e stratificato, che tocca la sfera del corpo, dell’intimità, delle emozioni, ma anche quella dell’identità.
In un mondo che cambia rapidamente, in cui le parole viaggiano veloci e i confini tra pubblico e privato sono sempre più sfumati, il linguaggio con cui parliamo di sesso, genere, desiderio e relazioni assume un peso non indifferente.
L’incontro del 5 maggio 2025, alle ore 18:30 vuole essere uno spazio di dialogo, ascolto e confronto. La dott.ssa Marina Cortese ci aiuterà a riflettere su quanto il linguaggio incida non solo sulla narrazione della sessualità, ma anche sulla costruzione dell’identità di genere.
Per molte persone, soprattutto per chi non si riconosce in un binarismo rigido di genere, trovare le parole per dirsi, raccontarsi, affermarsi è ancora una sfida. Le parole possono essere alleate potenti nella ricerca di sé e della propria sessualità, ma possono anche trasformarsi in ostacoli, ferite, negazioni.
Parlare di sessualità e identità di genere richiede quindi attenzione, consapevolezza e una continua messa in discussione delle parole che usiamo. Richiede la capacità di ascoltare, di lasciare spazio alla complessità e alla varietà dei vissuti.
Il linguaggio non è mai solo un mezzo comunicativo, e imparare a usarlo con cura è un atto di responsabilità, ma anche di amore verso di sé e verso gli altri. Imparare a chiamare le cose con il loro nome – o ad ascoltare come vogliono essere chiamate – è il primo passo per creare relazioni più sane, più libere, più autentiche, soprattutto quella con se stessi.