Il bullismo, in tutte le sue manifestazioni, rappresenta indubbiamente un fenomeno molto più diffuso di quanto si possa immaginare. Secondo i dati ISTAT, oltre il 60% dei ragazzi italiani è stato testimone di queste angherie commesse ai danni di altri adolescenti. Sempre secondo i dati ISTAT, fi atti di bullismo diviene vittima un ragazzo su due, ovvero il 52,7% dei ragazzi in età scolare.
Si tratta indubbiamente di informazioni sconvolgenti che squarciano il velo su una realtà troppo spesso sommersa e dalle conseguenze drammatiche sulle giovanissime vittime, come ci testimoniano le pagine di cronaca nera ormai abitualmente da diversi anni.
Lo sviluppo delle community web e il profilare di linguaggi cifrati, spesso pongono i genitori e gli operatori sanitari nella difficile condizione di sentirsi alieni rispetto al giovane col quale si interfacciano. LE condotte prevaricatorie, sembrano connotare stili sempre più diffusi del vivere l’adolescenza, non più ascrivibili alla dimensione del disagio, delle devianza o del patologico.
Il convegno intende sottoporre ad analisi i linguaggi utilizzati dagli adolescenti, dal mondo adulto, dagli operatori sanitari, dagli insegnanti e dai mezzi di comunicazione per definire e contrastare le condotte dei “cyber-bulli”, delle baby gang, e per salvaguardare le vittime del fenomeno.
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