#NoiVulnerabili
Confronti con associazioni che sperimentano lâincontro con la vulnerabilitĂ sociale
Molte associazioni nelle loro attivitĂ di volontariato incontrano il fenomeno sociale della vulnerabilitĂ ; questo incontro spesso le porta a modificare le loro azioni sul territorio, e a interrogarsi su come poter affrontare questa nuova realtĂ .
Per vulnerabilitĂ sociale e materiale âsi intende comunemente lâesposizione di alcune fasce di popolazione a situazioni di rischio, inteso come incertezza della propria condizione sociale ed economicaâ (8mila Census Istat).
Ă proprio lâintercettazione da parte delle associazioni di persone non âufficialmenteâ svantaggiate e/o non in carico a servizi, che ha spinto il CSV, in questo momento storico complesso socialmente ed economicamente, a condurre una piccola indagine sul tema della vulnerabilitĂ sociale nei tre territori di Lecco, Monza e Sondrio.
Come primo passo abbiamo âintervistatoâ alcune associazioni impegnate sul tema con attivitĂ e progetti, per dare una lettura di come il volontariato sta interpretando la vulnerabilitĂ .
In questa rubrica non vogliamo, almeno in prima battuta, dare risposte, piuttosto porre domande, raccontare storie, vissuti, sensazioni e possibili orizzonti.
In questo breve articolo descriveremo quello che abbiamo compreso dal colloquio con Flavio Passerini della Banca del Tempo di Valmadrera.
Cosâè lâassociazione Banca del Tempo: un insieme di persone che si organizzano autonomamente scambiando in maniera reciproca, saperi, attivitĂ , servizi.
Utilizzano come moneta di scambio il tempo per aiutarsi reciprocamente nelle piccole difficoltà quotidiane. Lo scopo è recuperare vecchie abitudini da buon vicinato, facilitando le relazioni tra persone che non si conoscono, consentendo il costituirsi di nuovi legami utili e necessari per la comunità .
Per affrontare il tema, crediamo sia giusto partire dal motto dellâassociazione: âsciogliere le palle neve prima che diventino valangheâ. Il senso è partire dalle piccole cose, dai piccoli gesti per dare risposta a questi bisogni e, soprattutto, con una modalitĂ di intervento nella quale si svolgono attivitĂ di prevenzione della vulnerabilitĂ e della povertĂ .
Scrive la Banca del Tempo di Valmadrera, nel suo documento fondativo: âPer tentare â in unâottica di sussidiarietĂ e solidarietĂ – di alleggerire il carico di impegni quotidiani od occasionali quando questi sono, ancora, piccoli bisogniâ. Si parla di recuperare i bambini a scuola, riparare un piccolo elettrodomestico, praticare uno sport, accompagnare un nonno ad una visita medica âŚ
Piccoli bisogni che a volte diventano – o vengono vissuti – come grandi.
Vi ricordate le palle di neve?
Non stiamo parlando di persone in una condizione di povertĂ , ma in una condizione di vulnerabilitĂ : lâequilibrio che câera prima di un determinato evento inizia a sgretolarsi e non sappiamo a chi chiedere una mano, chi ci può aiutare, come uscire da questa situazione.
In questo caso la vulnerabilitĂ non è visibile, non è dichiarata e viene nascosta dalla vergogna, dallâimbarazzo che può colpire ognuno di noi nel momento in cui un evento ci coglie impreparati o non attrezzati. Ă in questo momento che abbiamo bisogno di un aiuto, ma non siamo capaci di chiederlo o non sappiamo a chi rivolgerci.
Alla Banca del Tempo di Valmadrera hanno capito che ognuno può fare la sua parte di lavoro, che ogni socio è sia potenzialmente vulnerabile sia un potenziale attivatore di risorse.
La vulnerabilitĂ sta in mezzo. Non è il soggetto ad essere vulnerabile, ma è la situazione che sta vivendo a renderlo tale. In questo contesto persino il Presidente dellâassociazione può essere vulnerabile o fragile, e può essere anche un attivatore.
Se volete sapere come lâassociazione ha scelto di approcciarsi a questo tema, potete visitare il sito www.bdtvalmadrera.it
[a cura di Silvia Calati e Stefano Farina]