“Dona una spesa”: la ricaduta sul territorio nella testimonianza del Banco di Solidarietà, sezione Alto Lario
Nel mese di maggio si è tenuta la giornata Dona Una Spesa promossa da Conad Centro Nord, Csv della Lombardia e Associazioni territoriali. Anche Como e Varese sono state protagoniste di questo gesto di solidarietà.
In totale sono stati raccolti 2850 Kg di cibo che si trasformeranno in pacchi alimentari per circa 440 famiglie grazie alle 10 associazioni e ai gruppi che hanno lavorato con 80 volontari.
E’ bello ricordare come sia stato reso possibile questo risultato, e anche spiegare nel concreto quali sono le ricadute sul territorio. E dunque a chi questi beni raccolti arriveranno.
Questa è la testimonianza di Stefano Benaglio del Banco di Solidarietà Alto Lario che ci restituisce una preziosa fotografia sociale del territorio.
«Il Banco di Solidarietà (https://bdscomo.it) ha sede a Como ed è un Ente non profit ODV che ha una sede distaccata nell’Alto Lario. Si trova a Dongo in viale G.E. Falk, 2 nello stabile della Ex Guardia di Finanza gestito dal Comune di Dongo dove hanno sede diverse associazioni locali.
Aiutiamo famiglie in quasi tutti i comuni dell’Alto Lario, da Cremia a Sorico, valli comprese. Collaboriamo con l’Ufficio di Piano: gli assistenti sociali seguono i vari casi e, se necessario, ci segnalano il nominativo da assistere. Collaboriamo anche con il Centro d’Ascolto Caritas a Gravedona con cui condividiamo gli aiuti a diverse famiglie.
Non abbiamo un giorno d’apertura in quanto il nostro servizio consiste nel distribuire direttamente a casa generi alimentari alle famiglie in difficoltà. Solo alcuni, per comodità, vengono in magazzino ma su appuntamento. Abbiamo iniziato questa opera ufficialmente nel 2012 ma già alcuni anni prima prendevamo i pacchi già pronti a Como e li distribuivamo a 3/4 famiglie della nostra zona. Attualmente siamo 30 volontari attivi, principalmente di Dongo e Gravedona ed Uniti. Tutti distribuiscono pacchi e una decina si occupa anche del magazzino (sistemazione e preparazione).
In questi anni ci siamo impegnati nel raccogliere alimenti, farli rimanere in zona e distribuirli nelle nostre comunità, da poche famiglie siamo arrivarti ad assistere 50 nuclei familiari. Di questi, il 50% è composto da persone sole, il 20% da due componenti, un altro 20% da tre/quattro, e un 10% da oltre tre/quattro.
Alcuni nuclei familiari hanno bisogno di questo servizio solo per alcuni mesi, alcuni per pochi anni, essendo in grado di superare le difficoltà momentanee. Purtroppo la maggior parte è sempre più in difficoltà. Sono soprattutto le persone sole (anche con reddito basso) che fanno fatica a rendersi autonome. Per alcuni con difficoltà fisiche il problema principale è trovare un lavoro “tutelato” e/o “controllato”. Per tutti, trovare affitti a prezzi dignitosi».