Giovani e dono: una generazione che riscrive la solidarietà
In occasione del Giorno del Dono 2025, l’Istituto Italiano della Donazione fotografa un’Italia ancora capace di generosità, con oltre 6 milioni di donatori attivi. Ma a sorprendere sono i giovani: meno presenti nei numeri assoluti, ma protagonisti di nuove forme di dono, digitali, consapevoli e orientate all’impatto.
Ogni mattina, nel silenzio di un tram affollato o nel brusio di una classe universitaria, migliaia di giovani fanno spazio a un’idea semplice: dare qualcosa di sé. Una firma su un modulo per la donazione di organi, un euro lasciato nel barattolo accanto al registratore di cassa, un sabato speso a servire pasti caldi in una mensa di quartiere.
Non c’è clamore, né bisogno di un riflettore. Il gesto del dono scorre quasi invisibile, ma incide profondamente nella trama del vivere comune. Non è solo solidarietà: è una forma di appartenenza, una risposta silenziosa a un tempo fatto di incertezze.
Dietro questa generosità quotidiana c’è una realtà più ampia e strutturata, raccontata dalla Fotografia del dono in Italia, pubblicata ogni anno dall’Istituto Italiano della Donazione (IID) in occasione del Giorno del Dono. L’edizione 2025 ci offre uno spaccato preciso, che mette a fuoco il ruolo crescente dei giovani nel ridisegnare la cultura del dono.
Un’Italia che dona (ancora): i numeri generali
Nel 2024, l’11,6 % degli italiani con più di 14 anni ha effettuato almeno una donazione economica — un leggero aumento rispetto all’11 % del 2023. Si parla di oltre 6 milioni di donatori, un dato che conferma la resilienza della solidarietà anche in tempi incerti.
Le donazioni informali, come la beneficenza in contanti o le collette spontanee, registrano invece un calo sensibile: dal 55 % al 50 % della popolazione. Le offerte dirette a persone bisognose scendono dal 19 % al 16 %, mentre le raccolte per emergenze si dimezzano (dal 18 % al 9 %).
Il volto del donatore: anziani attivi, ma i giovani ci sono
Se è vero che la propensione al dono cresce con l’età, il dato non basta a raccontare l’intera storia. La fascia 65‑74 anni registra il picco di donatori (15,6 %), seguita dai 55‑64 anni. Ma i giovani tra i 14 e i 35 anni, pur meno numerosi, stanno costruendo un nuovo approccio alla generosità:
- 773.000 giovani donatori (14-35 anni) rappresentano il 12,8 % del totale
- nella fascia 18-24 anni, le donne donano più degli uomini (6,2 % vs 2,5 %)
- i giovanissimi (14-17 anni) crescono: da 76.000 a 90.000 donatori nel giro di un anno.
Anche il titolo di studio ha un impatto: i laureati costituiscono il 23,7 % dei donatori (in aumento), seguiti dai diplomati (12,2 %) e da chi ha una licenza media o meno (5,8 %).
Il dono del tempo: il volontariato come stile di vita
L’attività di volontariato cresce: nel 2024 l’8,4 % degli italiani ha prestato gratuitamente il proprio tempo ad associazioni di volontariato (4.346.000 persone). Se includiamo anche chi è attivo in organizzazioni non formalmente di volontariato, il totale sale a oltre 5,7 milioni di persone.
Tra questi:
- 1.031.000 giovani (14-35 anni) fanno volontariato in associazioni (53 % donne, 46 % uomini)
- aggiungendo i 368.000 giovani in associazioni non di volontariato, si supera 1,4 milioni di volontari under 35, pari al 24 % del totale
- i 14-17enni crescono da 231.000 a 273.000 volontari.
Una partecipazione silenziosa ma concreta, fatta di gesti ricorrenti e senso di comunità, che sposta l’attenzione dal “quanto” si dona al “come” e “perché”.
Il dono biologico: una generazione che dice sì
Le donazioni di sangue, plasma, tessuti e organi hanno visto nel 2024 una crescita in quasi tutti gli ambiti:
- 3 milioni di donazioni di sangue ed emocomponenti, +1,1 % rispetto al 2023
- 900 tonnellate di plasma raccolto (+3 %)
- 15.487 prelievi di tessuti (record storico)
- 25.872 trapianti effettuati, +3,7 % rispetto all’anno precedente
- 22,3 milioni di italiani hanno espresso in vita la propria volontà alla donazione di organi (15,5 milioni consensi, 6,8 milioni opposizioni).
La scelta consapevole di diventare donatori biologici racconta un’Italia che guarda oltre il presente, e una generazione giovane sempre più pronta a dire “sì” alla vita.
Il ruolo delle organizzazioni non profit
Le 376 organizzazioni coinvolte nel report raccontano un settore in movimento:
- il 41 % ha visto aumentare le proprie entrate nel 2024 (vs 38 % nel 2023)
- le erogazioni liberali da persone fisiche costituiscono il 63 % delle entrate delle ONP
- il 5×1000 pesa per il 36 % (in calo dal 39 %)
- il digitale cresce: 49 % delle ONP usa strumenti digitali per raccogliere fondi (bonifici online 70 %, piattaforme 44 %, POS 29 %).
Tuttavia, il 63 % delle organizzazioni non profit non riceve ancora donazioni da aziende, e una parte del settore fatica ad attrarre nuove risorse.
I giovani cambiano il linguaggio del dono
Se è vero che donano meno in termini numerici, i giovani cambiano le regole del gioco. Non cercano appartenenza a un’organizzazione, ma sostengono cause. Amano decidere in autonomia, usano il digitale, e danno valore all’impatto concreto.
Mobilità, impatto sociale, fiducia e trasparenza sono parole chiave per questa generazione. Le barriere? Comunicazioni generiche, processi complessi, poca chiarezza. Ma quando trovano chiarezza e visione, i giovani rispondono. E con loro, il dono diventa anche un linguaggio di cambiamento.
Articolo ispirato e tratto da: VDossier – “I giovani, con il dono, cambiano il loro mondo” (25/09/2025)
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