Nuova fiscalità Terzo settore: il Governo rinvia l’obbligo IVA al 2036
Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il decreto legislativo che proroga al 2036 l’entrata in vigore degli obblighi IVA per gli enti del Terzo settore che erogano prestazioni a favore dei propri associati. Una decisione rilevante, che interviene all’interno della riforma fiscale prevista dalla legge 9 agosto 2023, n. 111, e che recepisce l’intesa raggiunta in Conferenza Unificata e i pareri delle Commissioni parlamentari e delle istituzioni europee.
La misura sospende per dieci anni le norme che avrebbero imposto, dal 1° gennaio 2026, l’assoggettamento a nuovi adempimenti IVA – apertura della partita IVA, tenuta della contabilità e obblighi di fatturazione – con un impatto particolarmente significativo su associazioni piccole, realtà interamente volontarie e organizzazioni radicate nei territori.
Cosa significa per il territorio milanese
Milano e la sua area metropolitana ospitano uno dei tessuti civici più estesi e diversificati del Paese. Migliaia di associazioni, gruppi informali, ivi comprese le associazioni di promozione sociale e le associazioni sportive dilettantistiche, che operano quotidianamente in ambito sociale, culturale, ambientale e sportivo, spesso con strutture leggere e un forte radicamento nei quartieri.
Per queste realtà, l’entrata in vigore degli obblighi IVA nel 2026 rappresentava una prospettiva complessa, fonte di forte preoccupazione. Molti enti si sono rivolti a CSV Milano negli ultimi mesi per comprendere l’impatto dei cambiamenti normativi e per orientarsi in un quadro interpretativo in continua evoluzione.
La proroga al 2036 delle nuove regole IVA applicabili agli enti associativi è una misura che allevia solo una parte della complessità del cambiamento in atto per le organizzazioni non profit. Da un lato, il rinvio dell’entrata in vigore del nuovo regime IVA consente di mantenere per un periodo ancora lungo gli attuali meccanismi di esclusione dall’IVA, evitando che molti enti debbano adeguare nell’immediato procedure contabili, fatturazione e adempimenti specifici. Dall’altro, è importante chiarire che la proroga IVA incide solo su uno dei tasselli della fiscalità: il cuore del nuovo impianto fiscale entrerà comunque in vigore dal 1° gennaio 2026.
La nuova fiscalità degli ETS non riguarda soltanto aliquote o adempimenti, che si presuppone possano essere affidati a tecnici contabili, ma esprime nuovi specifici criteri che definiscono la natura fiscale degli enti. Il concetto di ente non commerciale deriverà da una valutazione concreta e puntuale delle attività svolte, specialmente le attività di interesse generale, delle loro modalità di realizzazione, dei corrispettivi applicati e del rapporto tra attività di natura commerciale e non commerciale.
Da ciò appare chiaro come sia necessario comprendere dove si posizionerà il proprio ente e gestire i processi amministrativi e gestionali con precisione contabile e documentale.
Ribadiamo: la proroga dell’IVA al 2036 facilita solo una parte del percorso di transizione in atto, perché non incide sull’avvio del nuovo quadro fiscale degli ETS.
Per gli ETS prepararsi alla nuova fiscalità che entrerà in vigore fra poco più di un mese, significa conoscere i fondamenti del nuovo sistema fiscale e applicarlo correttamente nel proprio contesto organizzativo. Come CSV Milano riteniamo necessario che gli enti continuino a informarsi sulle novità e avviino un processo di analisi interna, valutando la possibilità di un eventuale accompagnamento o formazione, così da trovarsi pronti all’appuntamento con la nuova fiscalità a partire dal 1° gennaio 2026.

