Abitare la comunità: il valore dei legami che resistono al tempo

Abitare la comunità: il valore dei legami che resistono al tempo
La fine di un anno è sempre un tempo sospeso: un momento in cui fermarsi, guardare indietro e provare a rileggere ciò che abbiamo attraversato, ricercando il senso, senza però smettere di immaginare ciò che ci attende.
Il 2025 è stato un anno intenso e complesso. Un anno che ha messo alla prova le nostre comunità, le istituzioni, il sistema di welfare e, più in generale, la qualità delle relazioni sociali. Le veloci trasformazioni economiche, demografiche e culturali in atto continuano a produrre nuove fragilità, spesso meno visibili ma sempre più diffuse.
Dentro questo contesto, il Terzo settore e il volontariato hanno continuato a svolgere un ruolo fondamentale, non solo come risposta ai bisogni, ma come presidio di senso e di coesione. Non si tratta soltanto di servizi o di attività, ma di un contributo quotidiano alla tenuta democratica delle nostre comunità. Un lavoro spesso discreto, lontano dai riflettori, ma essenziale nel rendere possibile la vita sociale così come la conosciamo.
Il valore prodotto in questo anno va letto anche oltre i numeri, pur importanti. È un valore che riguarda la fiducia: fiducia tra le persone, tra cittadini e istituzioni, tra organizzazioni diverse che scelgono di collaborare. Una fiducia che non è mai data una volta per tutte, ma che va costruita, coltivata, curata e rigenerata nel tempo, soprattutto quando il contesto tende alla frammentazione e alla chiusura.
Guardando al futuro, diventa sempre più urgente rafforzare le connessioni, superare logiche isolanti, investire su alleanze e responsabilità condivise. Le sfide che abbiamo davanti – sociali, ambientali, culturali – sono troppo complesse per essere affrontate da soli. Richiedono uno sguardo sistemico, la capacità di riconoscersi parte di una comunità più ampia, fatta di differenze che possono diventare risorsa.
Non è un caso che il percorso verso Milano Civil Week 2026 sia dedicato al tema “Insieme. La società della fiducia”. È una scelta che parla del presente e del futuro che vogliamo costruire: una società in cui la partecipazione non sia episodica, la cura non sia delegata, la fiducia non sia ingenua ma praticata. Una società in cui le nuove generazioni possano riconoscersi come protagoniste e non come spettatrici, e in cui il Terzo settore continui a essere un agente di coesione e di innovazione sociale. Siamo di fronte ad un bivio: abbracciare la cultura dello scontro, dove impera la delega, il non ascoltare, e l’indifferenza, oppure indicare la cultura dell’incontro, appunto del volontariato che si fa vicino.
CSV Milano, nel corso di questo anno, ha cercato di accompagnare questi processi, sostenendo le organizzazioni, favorendo il dialogo con le istituzioni, promuovendo spazi di confronto e di collaborazione. Un lavoro che non avrebbe senso senza la rete di relazioni che lo rende possibile e che rappresenta, oggi più che mai, il nostro capitale più prezioso.
È in questi gesti quotidiani, spesso silenziosi, che prende forma la comunità che abitiamo. Nei volontari che non fanno notizia, ma tengono insieme i pezzi; nei soci di CSV Milano che scelgono di restare; nei consiglieri che si assumono la responsabilità delle decisioni; negli stakeholder che ci camminano accanto, anche quando il percorso è complesso.
È lì che la fiducia smette di essere una parola e diventa pratica condivisa.
Ed è da lì che possiamo continuare a guardare avanti, sapendo che il valore più grande non è ciò che costruiamo, ma il modo in cui lo facciamo: insieme.
Con questo spirito, a nome di CSV Milano, auguro a tutte e a tutti un tempo di festa sereno e un nuovo anno capace di custodire e rinnovare ciò che di più prezioso abbiamo: i legami che ci uniscono.
Andrea Fanzago, presidente CSV Milano
