Controcorrente, come solo i giovani sanno essere
Dove la solidarietà accende futuro: la storia dei ragazzi dell’oratorio San Martino al fianco dei volontari della San Vincenzo De Paoli
Di fronte a numeri importanti – oltre 1.500 persone aiutate ogni anno, più di 100 volontari attivi, 14mila borse solidali distribuite nel solo 2024 – sarebbe facile lasciarsi impressionare dalle cifre. E qui, sotto i numeri del Consiglio Centrale di Rho-Magenta della Società di San Vincenzo De Paoli, si intravede qualcosa di prezioso: il passo leggero e deciso dei giovani.
Siamo a Rho, periferia operosa e viva dell’hinterland milanese. Due gli epicentri dell’azione solidale: il Punto Bimbi in via San Martino, affiancato all’oratorio guidato da don Emiliano Redaelli, e il Guardaroba Adulti di via Santa Crescenza. Nomi semplici per luoghi fondamentali: il primo accoglie famiglie in difficoltà con abiti, giochi e articoli per l’infanzia; il secondo offre vestiario e materiale per la casa a persone adulte, spesso invisibili alla città. «Non distribuiamo solo vestiti, restituiamo dignità» racconta con semplicità Gabriella Cellamare, vicepresidente del Consiglio Centrale. È una frase che pesa, perché racconta bene la cura con cui ogni indumento viene selezionato. Non è beneficenza alla buona, ma attenzione artigianale alla persona, stagione per stagione, taglia per taglia.
Eppure, la vera sorpresa è altrove. Una decina di adolescenti dell’oratorio San Martino ha deciso, senza alcun obbligo, di affiancare i volontari adulti nella preparazione delle borse solidali. Sì, in un tempo che spesso dipinge i giovani come disinteressati, distratti, autoreferenziali, loro hanno scelto di esserci. Di sporcarsi le mani, di sistemare scatoloni, di piegare con cura vestiti che finiranno tra le mani di chi ha meno. «Quando si sentono ascoltati e valorizzati, rispondono con una profondità sorprendente», dice ancora Cellamare. E infatti tornano, due o tre volte l’anno, sempre accompagnati dai loro educatori. Ma non è solo un’esperienza da calendario. È qualcosa che resta.
“È stato bello fare qualcosa per gli altri. A settembre porterò i miei vestiti inutilizzati… e tornerò ad aiutare”, dice una ragazza con la semplicità delle parole vere. Un altro, forse con un pizzico di incoscienza e tanta determinazione, ha detto: «Quando saremo grandi diventeremo volontari della San Vincenzo De Paoli. Non dimenticheremo queste esperienze!». È qui che pulsa la notizia: non nell’eccezionalità del gesto, ma nella normalità con cui questi ragazzi l’hanno vissuto. Senza clamore. Senza post. Senza ricompense. Solo con il desiderio di esserci. E il bello è che questa scelta “controcorrente” – come la definisce con un sorriso Cellamare – è destinata a crescere. Perché già si pensa a ripetere l’iniziativa, ad aprirla ad altri adolescenti, a farne un’occasione stabile di incontro tra generazioni. E proprio tra generazioni diverse, accomunate da un unico proposito – esserci dove c’è bisogno – prende forma un volontariato nuovo, autentico, contagioso. In fondo, è questo il segreto dei volontari della Conferenza San Martino: creare luoghi in cui la solidarietà non è un dovere, ma una scelta. Una possibilità. Un inizio.
Un investimento nel futuro, ma anche un ponte nel presente. «Il nostro compito è esserci quando arriva un grido d’aiuto – conclude Cellamare –. E intervenire in silenzio, con dignità e amore, per accompagnare chi soffre verso una condizione di maggiore serenità».