Sintesi del seminario: La crisi ucraina e il volontariato: potenzialità e ambivalenze
Il 10 marzo 2025 si è tenuto presso l’Università degli studi di Parma l’ottavo incontro del ciclo di seminari organizzato nell’ambito del progetto di ricerca PRIN “VOLacross – Volontari, crisi ed innovazione sociale: un’analisi comparata e longitudinale” a cura dell’Università di Milano e dell’Università di Parma, con la collaborazione di CSV Milano.
Il seminario è stato un’occasione di confronto sul tema dell’accoglienza delle persone ucraine in fuga, in seguito all’invasione dell’Ucraina nel 2022. Il seminario si è focalizzato sul ruolo del volontariato (sperimentazioni locali, percorsi virtuosi di inclusione dal basso) e sulle sue criticità.
L’incontro si è aperto con l’intervento di Anna Maria Rinaldi, Vice presidente dell’Associazione SIPEM (Società Italiana Psicologia dell’Emergenza) di Parma, che ha presentato l’esperienza di accoglienza di donne e bambini arrivati dall’Ucraina. Obiettivo dell’iniziativa era quello di supportare le madri nella gestione e nell’accompagnamento dei propri figli nell’elaborazione dell’impatto della guerra sul proprio percorso di vita. Anna Maria Rinaldi ha illustrato gli strumenti con i quali l’associazione ha supportato i beneficiari dell’iniziativa: oltre ad organizzare una serie di incontri di gruppo con donne ucraine, tra Bologna e Parma, SIPEM ha messo a disposizione un servizio telefonico di supporto psicologico.
Successivamente, Alyona Navoznova, mediatrice culturale presso Ciac Onlus, ha tracciato un quadro dell’accoglienza delle persone ucraine, a Parma, nel contesto di emergenza del 2022. Ha evidenziato l’importanza della mediazione nel comprendere ciò di cui le persone avevano bisogno, sottolineando anche il ruolo fondamentale del volontariato sia rispetto alle attività di traduzione e mediazione che di accompagnamento ai servizi. Ha inoltre messo in evidenza come il sistema di accoglienza sia stato caratterizzato da un’attivazione più rapida dei servizi e da un più rapido rilascio dei permessi di soggiorno per le persone ucraine, rispetto alle tempistiche osservate per altri beneficiari. L’intervento si è concluso con una breve panoramica dei dati dell’accoglienza delle persone ucraine a Parma, tratti dal report: “In fuga dall’Ucraina”, redatto da Ciac Onlus.
La parola è poi passata a Giulia Marino, dottoranda presso l’Università di Bologna. Il suo intervento si è focalizzato sulla dimensione di policy dell’accoglienza e sui cambiamenti intervenuti sia a livello europeo che italiano. In primo luogo, Giulia Marino ha evidenziato che uno degli elementi principali dell’accoglienza delle persone ucraine è stata l’attivazione, a livello europeo, della Protezione Temporanea. Tale attivazione è prevista dalla normativa europea, ma non era stata precedentemente applicata. Giulia Marino ha poi spiegato che, in Italia, un ruolo centrale nella gestione dell’accoglienza delle persone ucraine è stato quello della Protezione Civile. Altri tre elementi fondamentali hanno caratterizzato l’accoglienza delle persone ucraine: l’aumento dei posti in accoglienza CAS, il potenziamento del sistema SAI e l’implementazione di una forma di accoglienza diffusa. Centrale in questa organizzazione è stato il ruolo degli enti del terzo settore, quale anello di congiunzione tra il coordinamento del sistema – affidato alla Protezione Civile – e la sua attuazione pratica.
L’ultimo intervento è stato affidato a Magda Bolzoni, ricercatrice presso Fieri (Forum Internazionale ed Europeo Ricerche sull’Immigrazione) e il Politecnico di Torino, che ha proposto una riflessione sull’eccezionale attivazione dal basso della società civile durante la crisi ucraina e sui diversi aspetti che hanno caratterizzato tale ondata di solidarietà. Analizzando il caso studio di un piccolo contesto piemontese in Italia, Magda Bolzoni ha evidenziato come nell’accoglienza delle persone ucraine si siano manifestate soprattutto due tipologie di solidarietà: istituzionale e civica. Nel primo caso, la solidarietà si è manifestata sia a livello europeo – con l’attivazione della direttiva Protezione Temporanea (EC/2001/55) – sia a livello nazionale con l’attivazione dello stato di emergenza, la centralità del ruolo della Protezione Civile e una forte attivazione istituzionale per facilitare l’arrivo, l’inserimento e l’ottenimento rapido di documenti e servizi sul territorio.
La solidarietà civica si è manifestata, invece, attraverso i seguenti elementi: un forte coinvolgimento sia di cittadini italiani che di cittadini ucraini già presenti sul territorio italiano, il carattere individuale dello slancio solidaristico – moltissime delle persone che si sono attivate in quell’occasione, infatti, non si erano mai avvicinate all’associazionismo prima di allora – e, infine, il carattere principalmente informale e non-organizzato e il senso di “urgenza” nell’attivazione.
Infine, Magda Bolzoni ha proposto una riflessione sulle criticità di tali forme di solidarietà. Da un punto di vista istituzionale, l’accoglienza delle persone ucraine si è configurata come una mancata occasione di sviluppo del sistema di accoglienza pre-esistente e come una mancata messa a frutto di professionalità ed esperienze sviluppate nel corso degli anni. L’esperienza ucraina non è stata sfruttata a pieno come occasione per migliorare lo standard dei servizi per tutti e per affrontare le criticità del sistema di accoglienza. Dall’altro, pur evidenziando l’importanza di uno slancio solidaristico così forte, Magda Bolzoni ha evidenziato come l’accoglienza delle persone ucraine abbia creato di fatto un “doppio standard” di attivazione: più attenta alle persone ucraine (soprattutto donne con bambini), meno rispetto a beneficiari di altre nazionalità (come per esempio uomini afgani). E’ emerso chiaramente come tale contingenza abbia contribuito alla produzione di gerarchie tra i beneficiari considerati più o meno meritevoli, a discapito del riconoscimento del diritto all’accoglienza per tutti.
Il seminario si è concluso con un dibattito che ha visto coinvolto anche gli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Programmazione e Gestione dei Servizi Sociali dell’Università di Parma.

