Il volontariato che cambia
Secondo l’ISTAT, il volontariato in Italia nel 2023 mostra un profilo nuovo: meno diffuso, ma più orientato a comunità, ambiente e protezione sociale, con forme di impegno più fluide e partecipazione ibrida tra aiuto diretto e associazionismo.
Il volontariato in Italia cambia pelle. Secondo il report ISTAT “Il volontariato in Italia – Anno 2023”, realizzato nell’ambito dell’indagine “Uso del tempo”, circa 4,7 milioni di cittadini dai 15 anni in su hanno svolto attività volontaria, pari al 9,1% della popolazione. Un dato in lieve calo rispetto a dieci anni fa, ma che nasconde trend interessanti: cresce la partecipazione “ibrida”, chi unisce l’impegno in associazioni con attività autonome a favore della comunità.
Nuovi settori, nuove priorità
I settori in cui si concentra il volontariato oggi riflettono cambiamenti sociali e ambientali:
- Ambiente e territorio: aumentano le iniziative di pulizia, riqualificazione e tutela ambientale
- Cultura e tempo libero: crescono le attività educative, ricreative e culturali per comunità e scuole
- Protezione civile e sociale: aumenta il volontariato legato a emergenze, supporto a persone fragili, attività comunitarie.
Al contrario, diminuiscono i settori più tradizionali: sport, religione e salute. Anche il volontariato diretto verso persone conosciute — amici o parenti — cala, mentre cresce quello rivolto alla collettività.
Dove e chi fa volontariato
Le differenze territoriali restano evidenti: il Nord‑Est guida per percentuale di partecipazione, seguito dal Nord‑Ovest, dal Centro e infine dal Mezzogiorno, dove il tasso di volontariato è più basso.
Per età, i più attivi sono tra 45 e 64 anni e oltre i 65 anni, mentre i giovani (15‑24 anni) e i 25‑44 anni mostrano un calo rispetto a dieci anni fa. L’istruzione rimane un fattore chiave: chi ha un titolo di studio più elevato partecipa più attivamente, soprattutto in forme organizzate di volontariato.
Cosa ci raccontano i dati
Il volontariato non scompare, ma si trasforma: più orientato a comunità e territorio, meno legato a reti familiari o a forme tradizionali. Emergono nuove modalità di partecipazione, più flessibili e “ibride”, capaci di unire impegno personale e collettivo, competenze, e apprendimento sociale.
In un’Italia che affronta sfide sociali, ambientali ed economiche, il volontariato diventa così un termometro di cittadinanza attiva: meno diffuso numericamente, ma più mirato, consapevole e orientato al cambiamento delle comunità.

